«Il Patto per la Salute al di là degli slogan
e delle promesse, è un atto deludente. Si parla di nuova governance, ma in
realtà si prende atto dell’ingovernabilità di un sistema policentrico (Stato e
Regioni) che vuole rimanere accuratamente blindato e chiuso rispetto alla
sussidiarietà orizzontale del partenariato pubblico – privato e della mutualità
integrativa». Così Giuseppe Milanese, presidente di Federazione Sanità –
Confcooperative in merito alla bozza del Patto per la Salute.
«Non
vorremmo fosse un’occasione mancata – aggiunge Milanese – nel Patto, infatti,
non c’è riferimento in neanche una riga sullo sviluppo della sussidiarietà
orizzontale sostenuta dall’Europa, né sul riconoscimento del ruolo del privato,
nè sulla necessità di distinguere il ruolo di governance strategica da quella
della produzione dei servizi, tempi caldeggiati, proprio in questi giorni, anche
dall’Antitrust».
«Nel documento, ci si dimentica anche di affrontare il tema dell’assistenza
sanitaria integrativa e del ruolo delle Società di mutuo soccorso. Non troviamo
– continua Milanese – neanche un passaggio sul potenziale dello sviluppo del
terzo Settore come delineato nelle stesse Linee Guida del Premier Renzi».
«Resta,
poi, del tutto sommaria la previsione sulla farmacia dei servizi, messa in
accostamento alla formula ambigua della medicina di iniziativa, mentre si
dimenticano del tutto le potenzialità della rete farmaceutica per l’accesso alla
rete dei servizi. Desta, infine, perplessità la costituzione di una cabina di
regia del "NSIS" a cui spetta la verifica della “reale” attuazione della
riorganizzazione delle cure primarie e il monitoraggio della qualità, efficienza
ed efficacia dell’assistenza primaria, senza però alcuna previsione in ordine
ai potersi sanzionatori. Ci auguriamo si tratti solo di disattenzione. In caso
contrario – conclude Milanese – si tratterebbe di un preoccupante
dietrofront».