Così il Presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, ha sintetizzato la proposta avanzata dalla Rete Welfare di Confcooperative (network formato da Rete CAP Italia, CEF, Welfare Italia, Idee in Rete, Familydea e Cooperazione Salute) presentata nel corso dell’evento da Maria Grazia Mediati e da Stefano Granata, rispettivamente presidenti di Rete CAP Italia e di CGM/Welfare Italia.
«Il modello di welfare tradizionale - ha spiegato il Presidente Gardini - rischia di crollare sotto il peso dell'andamento demografico e della sostenibilità economica. Secondo l'Istat gli over 65 nel nostro Paese sono passati dall'11% al 22% in poco più di 15 anni. Negli ultimi due anni 1 famiglia su 2 in Italia, secondo il Censis, ha rinunciato almeno una volta a visite specialistiche e approfondimenti diagnostici.»
Per questo Confcooperative si sta impegnando per una «rivoluzione a costo zero: per dare più servizi sociosanitari senza far lievitare la spesa pubblica, offrendo sul territorio una rete di servizi poliambulatoriali o a domicilio che siano all'altezza delle esigenze dei cittadini a parità di costo per lo Stato».
«È irrimandabile – ha concluso Gardini - la necessità di organizzare una rete di assistenza primaria sul territorio dalla quale si possono ottenere tre vantaggi: rispondere meglio ai bisogni; contenere la spesa pubblica; decongestionare le strutture ospedaliere».