Dirompente. Sarà questo l’effetto della sentenza n.1573 del 13 maggio 2015, emessa dal TAR Puglia sezione di Lecce, sui ricoveri nelle residenze sanitarie assistite e, più in generale, sull’assistenza sanitaria alle persone non autosufficienti.
Il TAR pugliese ha infatti annullato un provvedimento della ASL di Brindisi che limitava l’assegnazione dei pazienti alle sole residenze sanitarie assistite coperte da accordo contrattuale. La sentenza ha esteso invece la possibilità, nella logica del diritto costituzionale alla salute e della libertà di scelta del paziente,di scegliere anche tra le strutture non contrattualizzate soprattutto se, come nel caso in oggetto, le RSSA convenzionate non hanno disponibilità di posto, negando di fatto l’accesso a prestazioni che rientrano nei LEA.
Tutto è nato dal ricorso contro la ASL BR presentato da un'ospite della residenza sociosanitaria “Villa Bianca” che, supportata legalmente dalla RSSA e dalla Cooperativa OSA, è riuscita a farsi riconoscere “il diritto della ricorrente di ricevere l’integrazione alla degenza presso la struttura RSSA “Villa Bianca” non convenzionata” precedentemente negatagli dall'azienda sanitaria.
Con questa sentenza c’è da aspettarsi, almeno nel contesto pugliese, un ribaltamento dei rapporti tra sistema dei servizi e pazienti a favore di quest’ultimi: non saranno più le aziende sanitarie ad individuare la struttura presso cui inviare, volenti o nolenti, gli anziani non autosufficienti; saranno gli stessi anziani, e le loro famiglie, a scegliere il luogo di cura ed assistenza che ritengono più confacente al propri bisogni.
<< La pronuncia del tribunale amministrativo apre, per lo meno in Puglia, a quella “rivoluzione copernicana” di cui FederazioneSanità si è fatta latrice sin dalla sua costituzione. Un ribaltamento di prospettiva- afferma il Presidente Milanese- dal dirigismo alla libera concorrenza, da scelte di cura imposte alla libertà di scelta del cittadino e, soprattutto, dai diritti degli erogatori a quelli dei pazienti.>>