Pur riconoscendo che l'attuale bozza è migliore della precedente, il Presidente di Confcooperative afferma:"Restano ancora vaghi i riferimenti alle filiere dell'innovazione, al sistema sociale e del welfare, alla filiera culturale. Non è chiaro il ruolo del privato, e del privato sociale in particolare, nella gestione dei progetti."
Secondo Gardini: "Manca una cabina di regia nazionale con la partecipazione delle parti sociali per accompagnare il Piano nel tempo. serve una cabina attuativa chiara ed un meccanismo di commisariamento ad hocdegli enti in ritardo sull'attuazione dei progetti. Non possiamo correre il rischio che i livelli di spesa siano quelli dei Fondi strutturali UE."
Preoccupazioni a cui si unisco quelle delle altre principali rappresentanze del mondo imprenditoriale: Confindustria, Confcommercio e Coldiretti (ARTICOLO INTEGRALE IN ALLEGATO).