Come sono nati i CAP e a quale bisogno vanno incontro
«Il Consorzio per l'Assistenza Primaria - CAP coop sociale Lazio, nasce a Roma il 13 marzo 2012 con la finalità di sviluppare l'assistenza primaria nella Regione. IL CAP è stato fondato a partire dalle eccellenze aderenti a Confcooperative Lazio e operanti nel Lazio nell’assistenza primaria.
«Soci del consorzio sono la cooperativa Osa, leader nazionale nell’assistenza domiciliare, Sinfarma, cooperativa con più di 800 farmacie sul territorio romano. Ne fanno parte inoltre alcune cooperative di medici di medicina generale, impegnate nella costruzione di nuovi modelli assistenziali, e laboratori per la diagnostica organizzati in forma cooperativa. A queste si aggiunge un gruppo formato dalle principali cooperative laziali in tema di assistenza sociale.»
«L'obiettivo è la realizzazione di una rete tra i diversi soggetti cooperativi operanti in Sanità e in particolare fuori dall’ospedale, capace di dare al cittadino risposte assistenziali adeguate ai bisogni che oggi non trovano risposte.
«Il Consorzio CAP intende offrire assistenza presso il domicilio dell’utente e diventare nel tempo punto di riferimento per i cittadini per tutti quei servizi socio-assistenziali - sanitari oggi posizionati sul mercato pubblico e privato in maniera frastagliata e discontinua.
«Nello specifico, i servizi vanno dalla valutazione dei bisogni, grazie alla partecipazione dei medici di medicina generale, garanti dell’appropriatezza, all’assistenza domiciliare, infermieristica, fisioterapica e sociale, ai servizi di diagnostica per immagini e strumentali anche domiciliari, assistenza medico specialistica domiciliare e ambulatoriale, servizi di telemedicina e telesoccorso, attività sociali come l’assistenza di base, servizi di trasporto assistito con automezzo e servizi alla persona. Il tutto in un insieme di attività di intervento profondamente integrate fra di loro, realizzando una vera presa in carico.
«La matrice fondante è costituita da interconnessione e integrazione reticolare di tutti questi momenti. La gestione della complessità del sistema viene pertanto assicurata tramite un modello innovativo di servizio che consente il superamento della frammentarietà delle risposte ai problemi sanitari.
«L’offerta sanitaria e socio sanitaria cooperativa di C.A.P. si rivolge al mercato pubblico, senza ignorare peraltro il mercato privato, dove agiscono il cittadino pagante in proprio e la mutualità integrativa.»
Nel dettaglio è previsto il coordinamento e la promozione dell’erogazione di servizi e prestazioni da parte della molteplicità di soggetti consorziati; i prodotti saranno forniti:
- secondo un tariffario calmierato,
- in un tempo di esecuzione massimo di 72 ore,
- nel rispetto di una prassi di alta qualità
- in regime di continuità assistenziale.
«Grazie anche al supporto di FederazioneSanità Confcooperative, sul modello CAP nato nella Regione Lazio, sono stati già costituiti altri Consorzi di assistenza primaria in Abruzzo, Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Piemonte e un altro è in via di costituzione in Lombardia.
«I consorzi territoriali stanno lavorando per strutturare una rete nazionale per realizzare un’azione comune, che renda finalmente omogeneo il sistema assistenziale, oggi differente tra i diversi territori.
«Tali consorzi hanno poi costituito nel novembre scorso un contratto di rete di presa in carico e di assistenza del paziente diffuso in una parte considerevole del territorio nazionale, in grado di offrire agli utenti una pluralità di professionisti per garantire elevati livelli qualitativi delle prestazioni rese ed al contempo assicurare ai soggetti consorziati una significativa riduzione dei rischi degli investimenti supportandoli nel confronto concorrenziale.
«La Rete comprende anche una componente di interazione tra il sistema dell’offerta e quello della domanda pubblica, privata e mutualistica in grado di massimizzare le potenzialità insite nei sistemi che vengono integrati.»
In modo specifico è previsto che il coordinamento e la promozione dell’erogazione di servizi e prestazioni da parte della molteplicità di soggetti consorziati avverrà attraverso:
- profili tariffari a basso costo, che rendano accessibile la rete assistenziale con prestazioni di alta qualità, anche all’utenza a basso reddito;
- servizi di teleconsulto e di telemedicina che consentono la diagnosi specialistica di 2° livello e la gestione informatizzata di tutti i dati sanitari;
- fornitura di servizi in tempi molto contenuti, non superiori alle 72 ore;
- raggiungimento di un’effettiva presa in carico socio-sanitaria;
- abbattimento delle liste di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici e aumento delle attività di prevenzione.
Qual è il modello assistenziale di FederazioneSanità?
«La cooperazione si è diffusa nella medicina generale e tra gli altri attori della sanità sul territorio (farmacisti, specialisti, infermieri, riabilitatori, operatori socio-sanitari) inizialmente come mezzo per rendere più efficiente ed efficace l’esercizio della professione e progressivamente come mezzo per produrre e scambiare con il mondo esterno servizi socio-sanitari alle persone nella logica della cooperazione sociale.
«Il terreno elettivo in cui la cooperazione sanitaria si è cimentato e si sta cimentando con successo, è quello tipico delle cure primarie. Ha realizzato in questo ambito modelli innovativi di servizio affrontando dimensioni organizzative che puntano tutte al superamento della frammentarietà delle risposte ai problemi sanitari della gente, con particolare riguardo alle forme aggregative tra i medici di medicina generale (ambulatorio di prossimità o di quartiere), ai servizi offerti tramite le farmacie, all’assistenza domiciliare integrata, alla organizzazione delle strutture intermedie a bassa intensità assistenziale (Ospedale di Comunità.
«Residenze socio-sanitarie, centri diurni), alla connettività e alla integrazione reticolare di tutti questi momenti. A tal fine è la rete lo strumento individuato da FederazioneSanità per superare la frammentazione delle cure primarie e promuovere tra i professionisti della salute le sinergie necessarie per offrire al cittadino un servizio integrato, multifunzionale, facilmente accessibile e a costi sociali calmierati, attraverso il quale si realizza l’assistenza primaria sul territorio a livello ambulatoriale, domiciliare e residenziale. La rete contiene una forte componente integrativa di tipo verticale (integrazione dei professionisti nella cooperativa e delle cooperative di settore nel soggetto consortile regionale e nella rete nazionale dei consorzi) e una forte componente di interazione tra il sistema dell’offerta e quello della domanda pubblica, mutualistico- collettiva e privata individuale.
«L’integrazione verticale riduce i rischi degli investimenti, protegge la qualità dei servizi e alza le barriere alla concorrenza di altri produttori dei medesimi servizi. L’interazione tra offerta cooperativa e domanda mutualistica crea le condizioni per lo sviluppo sostenibile del secondo pilastro assistenziale.
«In sintesi l’aggregazione tra i professionisti in forma cooperativa, l’aggregazione delle cooperative in modelli consortili, la trasformazione di questi elementi in un sistema interconnesso di presa in carico e di assistenza del paziente sono gli ingredienti di base della proposta progettuale.
«La Federazione si pone nel panorama italiano come una realtà nuova nell’ambito sanitario, che integra le cooperative di diversi settori realizzando una rete di servizi sanitari, sociali, assistenziali e di mutualità integrati da offrire ai cittadini.
«La rete consente di guardare a tutto tondo e in modo multi prospettico alle problematiche che a vario livello emergono e di realizzare un miglioramento del sistema di assistenza rivolto ai cittadini, merito di legami più forti, da una parte, con i soci e le cooperative rappresentate, dall’altro con i cittadini, attraverso un maggiore coinvolgimento delle famiglie e un empowerment del paziente.
«La priorità della Federazione è dunque lo sviluppo dell'assistenza primaria e «portare i livelli di assistenza extraospedaliera in linea con standard europei e realizzare modelli sempre più ampi, misurabili, rigorosi e inclusivi di assistenza primaria che portino gli italiani a poter usufruire, fuori dell'ospedale, di servizi avanzati di assistenza al pari degli altri cittadini europei.