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MISSIONE IN CAMERUN

MISSIONE IN CAMERUN

FederazioneSanità e Coopermondo insieme agli attori dei paesi africani ed europei per riflettere sul settore sanitario in Africa e per migliorare le condizioni di presa in carico dei pazienti.















Categorie: in PRIMO piano

Tags: Cooperazione internazionale; Camerun; IHCO; Cooper

Il seminario, che ha avuto luogo il 30 e 31 maggio nella capitale camerunense Yaoundé, è stato organizzato dalla Conferenza Panafricana Cooperativa (CPC), un’organizzazione cooperativa che accompagna i paesi nei programmi di sviluppo cooperativo.

Durante la prima giornata di lavori, Coopermondo ha contributo al dibattito illustrando l’esperienza di FederazioneSanità Confcooperative ed il ruolo giocato dalla cooperazione all’interno del sistema sanitario nazionale italiano, offrendo un modello basato sull’integrazione e la multiprofessionalità per l’elaborazione di una strategia in grado di fornire delle risposte concrete anche alle carenze presenti in alcuni sistemi sanitari africani.

La partecipazione al convegno, del quale FederazioneSanità è stata uno dei partner finanziatori, rientra tra le attività di cooperazione internazionale che la Federazione, associata all’International Health Cooperative Organisation, sta portando avanti in diverse aree del mondo (Argentina, Libia, Tunisia).

L’incontro, presieduto dal Segretario Esecutivo di CPC Ibrahima Ndour, dal Direttore Generale del Sommet International des Coopératives Stéphane Bertrand e dalla Direttrice Generale dell’Alleanza Cooperativa Internazionale Africa Dr. Sifa Chiyoge, è iniziato con la presentazione dello stato dell’arte dei sistemi sanitari in alcuni paesi africani. Dopo un’illustrazione di buone pratiche di cooperazione sanitaria Nord-Sud, si è presentato il contributo del modello cooperativo e mutualistico in alcuni paesi come Benin, Camerun e Kenya, modello che favorisce e garantisce una migliore protezione sociale, una buona prestazione dei servizi sanitari e un miglior accesso alle cure. Il caso del Benin si è rivelato uno degli esempi di migliore pratiche.

Una partecipazione attiva delle istituzioni pubbliche, private e della società civile che ha permesso di ottenere un quadro verosimile della situazione sanitaria in Africa e specialmente in Camerun, sede Centrale della CPC. Un Paese dove solo una percentuale minima della popolazione ha accesso alle cure ed ai servizi sanitari, spesso in modo iniquo; un’area del Continente dove ogni giorno si muore di malattie curabili per mancanza di medicinali, di assistenza, di materiali adeguati per le cure. Ciò avviene, però, innanzitutto a causa di un sistema sanitario che non garantisce possibilità di cure e servizi per le fasce di popolazione più deboli: anziani, donne sole, minori non accompagnati e, soprattutto, la vasta area di popolazione di giovani disoccupati sempre più esposti a minacce sanitarie.

Al termine dell’incontro si è ritenuto urgente riflettere su alcune domande esposte dai partecipanti: quale modello di cooperativa sanitaria bisogna adattare per le varie situazione illustrate (cooperative di medici, cooperative di servizi, cooperative miste)? In quali settori l’urgenza è più pressante (settore urbano/settore rurale)? Quale tipo di attività urge sviluppare (cure a domicilio, centri sanitari, farmacie)? Quale tipo di attori bisogna associare al progetto di ristrutturazione del sistema sanitario nei paesi africani e specialmente in Camerun?

Queste domande rivelano quanto sia urgente intervenire all’interno dei sistemi sanitari africani e soprattutto nel contesto camerunense, un Paese con grandi potenzialità di crescita socio-economica ma dove la salute di decine di milioni di persone è minacciata ogni giorno da una politica sanitaria incapace di soddisfare i bisogni di cure e di servizi medicali sempre più crescenti.