Questa la sentenza con cui il TAR del Piemonte pone le prestazioni domiciliari di lungo-assistenza sotto la responsabilità finanziaria della Regione
Doccia fredda per la Regione Piemonte. Con la sentenza n.156/2015, il TAR regionale impone l’annullamento di una serie di atti con cui la Regione considera “extra LEA” le prestazioni di assistenza tutelare non professionali erogate agli anziani non autosufficienti.
Secondo l’interpretazione della Regione Piemonte, le attività domiciliari di lungo-assistenza sono da considerarsi prestazioni socio-sanitarie, per il 50% a carico della ASL e per il 50% a carico del Comune/utente, esclusivamente se erogate da personale professionale (infermiere, operatore socio-sanitario). Di contro tali attività, se fornite da figure non professionali come una badante o gli stessi parenti del paziente, sono da considerarsi prestazioni socio-assistenziali, come tali non a carico del servizio sanitario ma esclusivamente del Comune/utente.
Le diverse associazione ricorrenti ritengono invece che tutte le prestazioni tutelari, anche quelle fornite da soggetti non professionali, rientrino sotto la copertura dei LEA. La sospensione delle provvidenze economiche, versate dalle ASL a rimborso di tali prestazioni, reca pertanto pregiudizio al diritto alla salute.
Il tribunale amministrativo piemontese si è espresso a favore dei ricorrenti, argomentando che, a fronte di una definizione normativa di assistenza tutelare generica ed indeterminata, non specificante le prestazioni che ne costituiscono il contenuto, è opportuna un’interpretazione che dia “rilievo costituzionale” alla stessa, facendola di fatto rientrare nell’alveo dei LEA.