leNOTIZIE

Giuseppe Milanese confermato Presidente Confcooperative Sanità

Giuseppe Milanese confermato Presidente Confcooperative Sanità

Il Presidente della cooperativa OSA Operatori Sanitari Associati rieletto fino al 2026 dai Delegati medici, farmacisti, operatori sanitari e dirigenti di società di mutuo soccorso provenienti da tutta Italia presenti a Roma 

Categorie: in PRIMO piano

Tags: anziani ,   confcooperative ,   cooperative ,   farmacia ,   giuseppe milanese ,   medici ,   RSA ,   Salute ,   sanità ,   Terzo Settore ,   ADI ,   confcooperative sanità ,   Covid ,   Vincenzo Paglia ,   Anna Maria Parente ,   Riforma ,   primary care

Giuseppe Milanese è stato riconfermato alla presidenza di Confcooperative Sanità per il mandato 2022 - 2026 dall'assemblea di Confcooperative Sanità dal titolo “Storie di cooperazione, Storia del Paese". I delegati medici farmacisti infermieri operatori sanitari esponenti di mutue  hanno riconfermato Milanese per il terzo mandato consecutivo all'unanimità tramite scrutinio segreto.  

 

Il Presidente nella sua relazione ha 

richiamato l’attenzione delle numerose autoirità politiche presenti in sala sulle difficoltà degli italiani a curarsi, così come emerso nel bilancio di Welfare delle famiglie italiane fotografato dal

Cerved

. I due anni e mezzo di Covid hanno aggravato un processo già evidente, ma peggiorato dalla condizione di povertà in cui versano 10 milioni di italiani, tra povertà assoluta e relativa.

Milanese : classe 1965, pugliese d’origine e romano d’adozione, medico infettivologo, già ricercatore universitario e da molti anni impegnato nel mondo della cooperazione (oggi presiede la Coop Operatori sociali associati-Osa: oltre 3.400 operatori, 52.665 persone assistite, 123 milioni di fatturato nel 2020, ndr). La cura è stata prima la sua ricerca poi il suo lavoro.

“Questi numeri tracciano in modo drammatico la mappa della diseguaglianza di un Paese”, prosegue Milanese, “in cui riesce a curarsi solo chi può pagare. Come cittadini e come cooperatori non vogliamo una sanità solo per chi se la può permettere. Le cooperative, in via sussidiaria, possono indicare una terza via creando un articolato sistema multiprofessionale sul territorio grazie al network di medici, farmacisti, professionisti della salute e mutue sanitarie”.

L’ospedale da solo non basta. “A oltre quarant’anni dalla sua istituzione il Servizio Sanitario Nazionale - Ssn sta vivendo una crisi senza precedenti. Il risultato è l’intasamento delle strutture ospedaliere dove un ricovero costa non meno di 700 – 800 euro al giorno. Con gli stessi soldi”, sottolinea Milanese, “si potrebbero assistere, quotidianamente, 10 persone fuori dall’ospedale. Con 15-20 ore al mese di assistenza domiciliare potremmo da un lato rafforzare la rete dei servizi dall’altra creare 100.000 nuovi posti di lavoro”.

Pnrr per riorganizzare Ssn

“Il Piano nazioale di ripresa e resilienza - Pnrr è una straordinaria opportunità per riscrivere e riorganizzare il Servizio Sanitario Nazionale. Ben otto italiani su 10 ritengono, secondo il Censis, che la spesa pubblica in sanità sia un investimento da non sprecare: ospedali, sanità territoriale, personale e ammodernamento dei macchinari le prime voci su cui interventire. È sul territorio che va costruita la risposta: un sistema di assistenza primaria, una rete complessa e capillare in grado di prendere in carico direttamente nel cuore della comunità il bisogno assistenziale dei cittadini, concentrando sull’ospedale solo cure e interventi più importanti”.

Non è una questione di spesa, ma di riorganizzare i servizi in un paese che cambia e che invecchia: nel Rapporto BES ISTAT 2022 emerge chiaramente che i due anni della pandemia hanno messo a dura prova il benessere della popolazione. Quasi la metà degli anziani è in cattive condizioni di salute. In Italia le persone che hanno compiuto 75 anni sono oltre 7 milioni (erano circa 5 milioni 900 mila nel 2010), pari all’11,9% del totale della popolazione. Quasi 1 su 2 (il 47,8%) è multicronico, soffre di tre o più patologie croniche, o ha gravi limitazioni nel compiere le attività che le persone abitualmente svolgono. Tale quota è più elevata per chi vive nel Mezzogiorno (55,2% rispetto al 44,1% nel Nord e al 45,2% nel Centro) e tra le donne (52,4% rispetto al 40,9% tra gli uomini) e raggiunge il 59,4% tra le persone di 85 anni e più (rispetto al 38,8% delle persone di 75-79 anni).

Il ritardo nella gestione della non autosufficienza

“I posti letto per anziani non autosufficienti nelle strutture residenziali e semi-residenziali sono meno di 300mila, solo 1/3 rispetto alla Francia e 1/4 rispetto alla Germania. Una situazione che è destinata a peggiorare nei prossimi anni con un ritmo stimato di 10.000 posti letto ogni anno. Appare profonda”, continua il presidente riconfermato, “poi la spaccatura geografica del Paese: il 67% delle residenze sociosanitarie sono al Nord, solo l’8% al Sud, dove molti servizi di welfare vengono erogati direttamente dalle famiglie, ma non basta a far fronte alla domanda. È su questi squilibri che dobbiamo intervenire. Non spendendo di più”, conclude Milanese, “ma spendendo meglio”.

 

Stimoli e proposte rivolte ale tante istituzioni politiche e governative ppresenti tra cui Pierpaolo Sileri, Sottosegretario Ministero Salute, SE Mons. Vincenzo Paglia, Presidente Commissione per la Riforma Socio-Sanitaria della popolazione anziana, Paola Taverna,  Vice Presidente Senato della Repubblica, Anna Maria Parente, Presidente XII Commissione Senato della Repubblica, Andrea Mandelli, Vice Presidente Camera dei Deputati, Maria Teresa Bellucci,  XII Commissione Camera dei Deputati. 

Documenti da scaricare

Altri link