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CONVEGNO APPALTI: LE ISTITUZIONI

CONVEGNO APPALTI: LE ISTITUZIONI

Gli interventi di Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC, e del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro  Gozzi.

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Raffaele Cantone, Presidente ANAC

Con il nuovo codice degli appalti «si va verso una maggiore discrezionalità della Pubblica Amministrazione, che deve essere bilanciata da una maggiore trasparenza e maggiori controlli». 

Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, a margine dell’evento organizzato da Confcooperative sul tema.

«Il codice degli appalti – ha spiegato il Presidente dell’ANAC - è una grande occasione ma da solo non basta. Non vorrei si creassero attorno a queste norme eccessi di aspettative che rischiano di andare deluse. Purtroppo il background tecnico e culturale della Pubblica Amministrazione non ha conosciuto evoluzioni particolarmente significative negli ultimi anni.»

«Credo che con piccoli aggiustamenti il testo all'esame delle commissioni vada nella direzione giusta. Ovviamente - ha aggiunto – è un testo che al momento della sua applicazione avrà problemi fisiologici come tutte le novità».

In particolare Cantone ha messo in guardia proprio sulla questione dei tempi «L'applicazione del nuovo codice degli appalti va valutato in un tempo non inferiore ad un anno. E’ impossibile pensare che abbia effetti in tempi brevi».  

«Il codice- ha concluso - potrà funzionare solo se ci sarà la collaborazione di tutti gli operatori. Siamo passati da una fase di grande entusiasmo ad una di eccesso di depressione. Diamo il tempo sufficiente» anche perché «il fallimento del Codice genererebbe un danno per tutto il Paese.»

Sandro Gozi, Sottosegretario Presidenza Consiglio dei Ministri 

Semplificazione, questa la parola d’ordine che ha ispirato il Governo nella riforma  del Codice degli appalti. 

Passare da 660 articoli a 217 e portare le stazioni appaltanti da 40 mila a 35, secondo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi «significa che le imprese potranno assumere più ingegneri e meno avvocati e questo non è una differenza da poco, anche in termini di competitività del nostro sistema.»

«In Europa oggi siamo negoziatori molto più esigenti che in passato perché riteniamo che l'Italia abbia il diritto ed il dovere di farsi sentire molto di più- ha proseguito - vogliamo essere però anche dei partner molto più affidabili e credibili nel momento in cui i negoziati finiscono e si tratta di rispettare gli impegni presi e metterli in pratica». 

Da questo punto di vista, ha concluso Gozi, «la riduzione del 30% delle infrazioni in 2 anni dell'Italia va a vantaggio del Paese, dei contribuenti italiani ed è la stessa logica che abbiamo seguito nel fare questa riforma».

Video- Intervista al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozzi

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