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STRUTTURE ANZIANI

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Giuseppe Milanese, Presidente FederazioneSanità, "Serve una legge nazionale che fissi le regole del gioco."

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“Da anni diciamo che serve una legge nazionale. Non è possibile accettare la disuguaglianza su questi temi. Non può dipendere il diritto all’assistenza dalla zona in cui un anziano abita, con regioni ancora ferme al Medioevo”.

Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità Confcooperative, commenta così, con l’agenzia Dire, i dati diffusi sulle strutture residenziali per anziani dallo Spi Cgil.

Su 4 mila strutture analizzate in Italia, è emerso, tra le altre cose, che solo il 14% sono pubbliche e gestite direttamente dai Comuni, dalle associazioni o consorzi ad essi legate. Il restante 86% sono invece private.

“Ci sono zone del Paese in cui il processo di autorizzazione ed accreditamento non è completato e a volte mai iniziato. Cosa vuol dire questo? Che non ci sono regole a cui gli erogatori devono sottostare, compreso le tariffe- dice Milanese-. È drammatico scoprire l’acqua calda quando da anni urliamo che abbiamo abbandonato i nostri anziani. Quindi? Bene una legge nazionale che definisca le regole del gioco: standard di qualità delle strutture e delle piante organiche, livelli di assistenza definiti e garantiti e quindi tariffe omogenee. Quando accadrà?”.

Per il presidente FederazioneSanità Confcooperative, infine, “altro problema sono gli standard di posti letto, e cioè quelle formule male applicate che hanno portato alcune regioni, penso alla Puglia ad esempio, ad avere un numero di posti letto assolutamente insufficiente nel comparto pubblico, con un aumento inevitabile del ricorso all’ospedale, in forma inappropriata, con conseguenze nefaste anche sulla spesa sanitaria. Questa miopia organizzativa deve trovare luoghi di discussione a livello nazionale se vogliamo ancora considerarci un unico Paese“.

Fonte «Agenzia DIRE» «www.dire.it»