Il 7 aprile si celebra la Giornata Mondiale della
Salute Materna e Neonatale, un’occasione per riflettere sulla necessità di garantire a tutte le
donne un accesso
equo e sicuro alle cure durante la gravidanza e dopo il parto. L’OMS e le istituzioni sanitarie internazionali sottolineano che, nonostante i progressi nella riduzione della mortalità materna e neonatale, persistono disparità significative dovute a fattori economici, geografici e sociali.
«Il calo demografico (393.000 nati nel 2023, -30% dal 2008) ha avuto inevitabili ripercussioni sui servizi neonatali, – afferma Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità – portando alla chiusura, negli ultimi 10 anni, di 37 reparti di pediatria nonché ad una sensibile diminuzione del numero di pediatri di libera scelta, passati da 7.700 a 6.700 unità nell’arco di un decennio.
Nonostante ciò l’Italia mantiene standard molto elevati, ma servono interventi per ridurre le disparità geografiche e socioeconomiche per garantire a ogni
madre e
#bambino le stesse opportunità di salute. Un elemento che rappresenta una priorità etica ed economica. Inoltre, anche sul fronte della mortalità infantile c’è disparità territoriale: al Nord 1.8‰ mentre al Sud 2.3‰ (Istat).
Confcooperative Sanità evidenzia l’urgenza di potenziare la
medicina di prossimità attraverso modelli cooperativi che coinvolgano medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, consultori e servizi per la salute mentale, garantendo una presa in carico continuativa e integrata.
«Le cooperative sanitarie svolgono un ruolo cruciale nel colmare queste lacune, offrendo servizi anche nelle aree più periferiche e carenti di strutture pubbliche – afferma Giuseppe Milanese, presidente di Confcooperative Sanità –. La rete della
cooperazione può rafforzare i consultori, supportare le future mamme con percorsi di prevenzione e assistenza, e contribuire allo sviluppo di modelli di sanità integrativa per migliorare la qualità delle cure durante la gravidanza e il post-parto».
Oltre alla necessità di riequilibrare l’accesso alle cure tra Nord e Sud, Confcooperative Sanità sottolinea l’importanza di investire in programmi di prevenzione. «La sanità integrativa può supportare percorsi di screening neonatale, vaccinazioni, monitoraggio della gravidanza e servizi di supporto psicologico per le madri – conclude Milanese –. Un approccio che coniughi sanità pubblica, cooperazione e sanità integrativa è la chiave per garantire a tutte le donne un accesso equo a cure di qualità».