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Convegno annuale di Cooperazione Salute

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Milanese: "Non possiamo più nasconderci dietro giri di parole. È ora di parlare chiaro: la prognosi per il nostro SSN si fa sempre più infausta"

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“Non possiamo più nasconderci dietro giri di parole. È ora di parlare chiaro: la prognosi per il nostro SSN si fa sempre più infausta.
La diagnosi della cooperazione sanitaria e sociosanitaria è nota: il SSN sta morendo per mancanza di un pensiero forte, di una visione strategica capace di “unire i punti” e realizzare un sistema di assistenza primaria degno di questo nome.
Purtroppo, anche le terapie su cui avevamo fatto affidamento si sono rilevate un fallimento: abbiamo sprecato le risorse del PNRR per costruire muri e non per progettare servizi. Non va meglio sul fronte dell’ADI, dove i dati gonfiati degli assistiti a domicilio soddisfano le statistiche ma nascondono una diminuzione di una continuità assistenziale che era già insufficiente.
Non è una questione di sola inerzia, ci sono interessi precisi. È il momento di dirlo forte: ci sono gli azionisti del non-sistema, a cui conviene che il sistema funzioni male.
E’ questa la riflessione amara del Presidente Giuseppe Milanese, durante la tavola che ha chiuso il convegno annuale di Cooperazione Salute
“Come cooperative sociosanitarie abbiamo sempre cercato di dare risposte concrete e facciamo innovazione da oltre quarant’anni.
Presi singolarmente siamo realtà pulviscolari, ma insieme siamo una tormenta! È fondamentale unirci, superare gli interessi particolari e costruire un network di offerta che metta a sistema tutte le nostre eccellenze: i medici in cooperativa, la farmacia dei servizi, il sociosanitario ed il socioassistenziale, le RSA, l'assistenza domiciliare.
Una prospettiva esiste: guardiamo con coraggio all'economia sociale e all'impresa sociale. Questa strada ci offre l'opportunità di attrarre capitale paziente, non speculativo, diverso dai fondi che oggi guardano alla senior economy.
Possiamo riorganizzarci e avere una forza politica e rappresentativa enorme.
Siamo nel tunnel del “non più…e del non ancora”. Ma non vogliamo accontentarci di arredare il tunnel! Dobbiamo costruire attivamente la strada per uscirne, portando risposte vere e concrete alle persone.”.
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