E' questo il messaggio che, con forza, il Presidente di Confcooperative Sanità ha lanciato nel suo intervento al convegno annuale di Fondazione Italia Longeva.
"Sono molti anni che ormai parliamo di sistema frammentato, di disomogeneità, di "Babele" dell'assistenza primaria. Il problema- ha proseguito Milanese -è che questa non è più solo una constatazione tra addetti ai lavori, ma un elemento che impatta quotidianamente sulla vita dei pazienti. Esso si traduce in disuguaglianze inaccettabile nell'accesso ai servizi e nel diritto alla cure, che sta alimentando la disaffezione verso il SSN e la rabbia dei cittadini."
"Spero - ha concluso il Presidente di Confcooperative Sanità - che l'accreditamento dei servizi di assistenza domiciliare non diventi l'ennesimo "gioco dell'oca", ma ci consenta di superare, una volta per tutte, le gare d'appalto. In questo modo potremo finalmente dedicarci, attraverso lo strumento della cooperazione, a ciò che sappiamo fare meglio: scambiare le nostre professionalità con le persone che assistiamo. Persone che hanno diritto a servizi di qualità ed alla libertà di scegliere da chi farsi curare."
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In apertura dei lavori Davide Vetrano (Ricercatore Karolinska Institutet, Stoccolma) ha presentato il report "L'Assistenza Domiciliare in Italia: chi la fa, come si fa e buone pratiche", indagine volta a tratteggiare la situazione dell'ADI in Italia, rimarcandone la disomogeneità in termini di modelli, costi, tipologie di erogatori.
Nel corso della tavola rotonda sono intervenuti: Maria Donata Bellentani (Ministero della Salute) sui temi della valutazione multidimensionale standardizzata; Roberta Crialesi (ISTAT), che ha lanciato l'allarme sul sottodimensionamento della spesa sociale dei Comuni; Giuseppe Frau (ATS Cagliari), che ha incentrato il suo intervento sui benefici garantiti dal regime domiciliari rispetto ad altri setting di cura; Antonio Mastromattei (ASL Roma 2), il quale ha evidenziato l'importanza del processo di accreditamento in corso nel Lazio, come strumento per porre fine all'eterogeneità intra-regionale in termini di servizi ADI.