«Siamo oltre le colonne d’Ercole, oltre il limite della conoscenza, oltre la metà del nostro percorso di costruzione della casa comune. L'Alleanza delle Cooperative Italiane – dice Maurizio Gardini, fresco di riconferma – è una realtà unica nel panorama associativo del paese. La costruzione della rappresentanza unitaria della cooperazione è un fatto reale che stiamo perseguendo senza scorciatoie e senza tentazioni di fusioni a freddo. Nessuno è più avanti di noi nella storia della semplificazione della rappresentanza del nostro paese che per noi non si esaurisce nelle richieste lobbistiche della categoria ma che significa capacità di offrire risposte. In vista delle prossime elezioni presenteremo agli schieramenti politici il nostro manifesto per migliorare il Paese e contribuire al suo sviluppo. Cinque i pilastri: lavoro, innovazione, legalità, welfare e sostenibilità».
«Nel nostro manifesto interpretiamo il Paese che vorremmo, ci proponiamo come agenti attivi per risolvere molti dei problemi che testimoniamo sui territori ogni giorno. Al centro delle nostre preoccupazioni e quindi delle nostre proposte – continua Gardini – ci sono le persone e gli strumenti per un riscatto sociale ed economico del Paese reale: i lavoratori, i disabili, il mercato e le imprese cooperative nel loro ruolo di avamposti di innovazione».
«L’iniziativa ‘Cambiare l’Italia cooperando’ – ha spiegato il copresidente dell’Alleanza Mauro Lusetti – rafforza la nostra autonomia e ci permette di parlare a tutti i partiti per ribadire il ruolo forte della cooperazione nella costruzione di una nuova stagione di sviluppo capace di assicurare a tutti maggiori opportunità».
«La cooperazione – ha dichiarato il copresidente del’Alleanza Cooperative Brenno Begani, nella sua relazione introduttiva – non deve essere soltanto un'agenda economica ma sperimentare, mantenendo la forma di ‘economia della promozione umana’. E oggi ancora più di ieri, la cooperazione è chiamata a proporre con forza questo ruolo di rappresentanza, a svolgere una funzione inclusiva e a contrastare la ‘non cultura’ della disgregazione».
FONTE: www.confcooperative.it