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IO RESTO IN COMUNITA'

IO RESTO IN COMUNITA'

La storia di una cooperativa e dei suoi operatori nella Comunità ad alta intensità della nostra associata Anthropos.

Categorie: dalle COOPERATIVE

Tags: Covid; Anthropos

 

Quando accadono eventi inaspettati e devastanti che irrompono nello scorrere del nostro quotidiano, la vita ci porta ad esplorare maggiormente il nostro spazio interiore, ad attingere alla fonte della conoscenza: l’esperienza. 

Scrivere questa relazione è un modo di raccontare la realtà della Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica Anthropos in un momento storico in cui è richiesto a noi operatori professionali sanitari di mantenere sempre più vivo il rapporto con i pazienti a noi affidati e le loro famiglie; di  alimentare ogni giorno la speranza, intesa non solo come un non  arrendersi alle difficoltà, ma capire quanto sia importante agire cambiamenti positivi partendo da una modalità riflessiva e creativa nel lavoro quotidiano. 

Ed ecco la centralità di ripensare i modi di vivere gli spazi, i tempi, le relazioni in comunità e le diverse dimensioni della cura, in cui il principale strumento degli operatori è il proprio esserci. 

In tal senso, l’equipe attraverso un sapere esperienziale si pone “dentro” la situazione di difficoltà dando il meglio di sé, e gli ospiti “scendono in campo” con tutto il bagaglio di potenzialità, talenti, risorse di cui si sono riappropriati durante il percorso terapeutico riabilitativo. 

21.02.2020 una data centrale per l’Italia legata alla nuova malattia causata dal coronavirus… 

Le informazioni fornite da giornali, TV, conoscenti, necessitano di essere esplicitate e condivise con tutti i nostri pazienti. Assemblee straordinarie condotte dalla coordinatrice di struttura alla presenza di tutto il personale in turno, si susseguono a favore degli ospiti con la finalità di informare e di formare su ciò che sta accadendo, senza mai dimenticare di sottolineare che “tutto passerà” grazie alla responsabilità di ognuno. 

L’attraversamento della situazione è fatto di ascolto, di adattamento, di fatica, di distanza ed il nostro essere comunità ci consente di non sentirci isolati, di sorridere con gli occhi e con semplici gesti, nel rispetto di ognuno. 

Si parte dalla condivisione delle raccomandazioni di igiene contro il virus da seguire per prevenire il contagio, affisse all’ingresso in struttura e nei luoghi maggiormente visibili. Gli spazi comunitari assieme ai meravigliosi quadri realizzati dagli ospiti nel laboratorio artistico, si rivestono anche di attualità per sviluppare uno spirito critico sulle cose, ma sempre con-tatto in considerazione della condizione di ognuno. 

Si modifica la disposizione dei tavoli e delle sedie in sala pranzo, ed aumenta la distanza fisica ma non affettiva. 

Si individuano modalità creative di saluto. 

Compaiono i primi dispositivi di protezione individuale, le mascherine, ed un ospite propone un modo creativo nell’utilizzo per renderle funzionali al fumare una sigaretta! La forza del sorriso non manca e ci aiuta quotidianamente. 

Tutto il personale, in primis, è informato e formato sui dispositivi di protezione individuale da adottare, e precise regole vengono condivise per garantire una crescente sicurezza e tutela delle persone a noi affidate. 

06.03.2020 In virtù dei decreti ministeriali e delle raccomandazioni regionali fornite dalla ASL si ritiene opportuno sospendere le visite domiciliari e gli incontri dei familiari in struttura, previa comunicazione e condivisione con gli stessi familiari di cui si sottolinea l’estrema collaborazione sin da subito. 

La maggior prova cui il COVID sta sottoponendo i nostri ospiti attraversa proprio questa dimensione, soprattutto se pensiamo che la CRAP vive di famiglia: incontri settimanali con i singoli pazienti, gruppi famiglia quindicinali, “free.-out familiari” ossia uscite fra familiari, ospite ed operatore di riferimento, visite domiciliari, momenti di socializzazione. 

Per consentire agli ospiti di comprendere ed accettare tale decisione, durante l’assemblea del 06.03 si rende noto l’utilizzo di una nuova modalità di comunicazione, la videochiamata a casa, che è stata accolta con entusiasmo da tutti i familiari e dagli stessi ospiti, previa dimostrazione pratica ricca di sorrisi e leggerezza.  

Si definiscono, in base ai desideri dei ragazzi ed alla disponibilità dei loro cari, dei giorni della settimana in cui entrare in contatto. I ragazzi incontrano le loro famiglie in modo diverso,  entrano con un po’ di imbarazzo nell’intimità delle case e degli affetti, condividono i frutti delle loro giornate (L.A. mostra i suoi dipinti alla nipote e L.L regala a sua figlia le ricette dei dolci preparati in comunità) e, si scoprono più affettuosi che mai negli scambi verbali. “Le parole che non ti ho detto..” trovano la strada per arrivare dritte al cuore attraverso un telefono. Al tempo stesso Si recupera anche la dimensione epistolare per quegli ospiti che hanno una propensione alla scrittura e i cui familiari non hanno dimestichezza con la tecnologia. Nell’era di internet e dei social è desueto scrivere una lettera o una cartolina, e invece noi abbiamo pensato di recuperare questa modalità per le sue finalità terapeutiche e,  perché imbucare uno scritto ha qualcosa di magico sia per chi lo invia che  per chi lo riceve. A. T. dice  “che bello farò una sorpresa a mamma che troverà nella cassetta della posta una mia lettera e non solo le bollette…”. Le famiglie non si sentono sole e si nutrono di positività con i confronti telefonici che hanno con l’equipe:  Il coordinatore le contatta una volta la settimana, il venerdì, per un saluto e condividere informazioni sugli ospiti; gli operatori di riferimento le contattano una volta la settimana in compagnia degli ospiti, il terapeuta due volte al mese si offre a loro sostegno o comunque qualora ci fosse la necessità.   

09.03.2020  Due ospiti escono con l’operatore per recarsi dal medico e vedere con i loro occhi i cambiamenti che iniziano a caratterizzare la “vita in paese” e prendono atto dei comportamenti inadeguati dei cittadini, nonostante le raccomandazioni ricevute. Durante l’assemblea B.M. fa notare al gruppo la distanza e la diffidenza fra le persone in strada e nello stesso tempo la non consapevolezza dei ragazzi in merito a quanto stava accadendo, poiché raggruppati nei bar. 

Ed ecco aprirsi un’interessante dialogo fra i presenti in merito alla motivazione dei giovani nel restare a casa, alla poca presenza di dialogo nelle famiglie, agli stili di vita di genitori e nonni attraverso il recupero e la valorizzazione di storie familiari. 

L’ “Io resto a casa” diviene anche lo slogan della CRAP, rappresentato in modo innovativo ed ecologico su un lenzuolo azzurro. 

Le uscite sul territorio sono autorizzate alla presenza dell’operatore, solo in caso di necessità.

Come rimediare all’impossibilità per i nostri ospiti di andare al bar? Nella loro quotidianità è una tappa imprescindibile. 

Ecco che nasce il “Bar Anthropos” nel giardino della comunità: la gestione del bar è affidata a 6 ospiti con rispettivi compiti: logistica, reportage fotografico, servizio caffè, frutta e dolci fatti in casa. Questo bar non offrirà la semplice consumazione, sarà un luogo in cui mettere in gioco la fantasia, le emozioni, i ricordi, i sogni. Ultimato il riordino degli ambienti comunitari e la cura di sé, gli ospiti  vivranno dei “CAFFE’ CREATIVI” caratterizzati da gruppi esperienziali in cui saranno proposte attività ludiche di-stanza in stanza a cura della coordinatrice  e degli operatori e con la collaborazione del terapeuta. Si utilizzeranno tecniche psico-educative di volta in volta differenti per lavorare sui concetti base della vita comunitaria e della convivenza, rinforzare la bellezza dello stare in gruppo, promuovere l’assunzione di responsabilità e costruire la speranza. 

Ogni operatore affina così la capacità di vedere “oltre” e di sperimentarsi in base alla lettura degli eventi quotidiani, con nuove esperienze. Progettare il cambiamento delle pratiche giornaliere, porsi obiettivi concreti e realizzabili, strutturare il tempo comunitario in modo significativo divengono ora più che mai il cardine della nostra attività riabilitativa per il benessere dei nostri ospiti e delle loro famiglie. 

11.03.2020 Incontro finalizzato all’implementazione delle buone pratiche ai tempi del COVID, compreso monitoraggio della temperatura corporea per ospiti circa una volta la settimana.

L’assemblea odierna è volta a valorizzare e porre per iscritto i desideri del “dopo covid” di tutti i presenti nell’ottica dell’orizzontalità educativa: “Andrò a cantare e ballare”(B.M.),”Andare 5 gg a San Giovanni Rotondo da mio fratello!Il 7.03 dovevo essere al suo matrimonio ma il virus me lo ha impedito. Ci andrò con i miei due operatori appena tutto questo sarà finito”(C.C.),”Festeggiare il compleanno di papà”(P.F.), “festeggiare il compleanno di mio marito, dei miei figli ed anche i loro onomastici in un giorno solo”(L.L.), “dare un bacio sulla guancia alla coordinatrice” (L.A.), “rivedere i miei nipoti, riabbracciare con amore il mio amore, stringere tutta la mia famiglia”(N.M.), (fare un free-out con il mio operatore”(N.C.), “passare giorni con serenità”(F.L.), “vedere mamma e zia ed invitarle di nuovo a pranzo qua”(T.A.), “stare con i miei figli da mia madre”(N.L.), “abbracciare la mia famiglia più free-out con il mio operatore”(T.G.), “una buona cena con i colleghi”(M.C.), “riassaporare la serenità”(M.S.), “andare in gita a Matera”(V.R.). 

La bellezza di lasciar traccia dei nostri desideri, ci consente così di avere una prospettiva positiva e, di rafforzare i legami comunitari.  

“Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca , tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme. Su questa barca..ci siamo tutti. E non possiamo andare avanti ciascuno per conto proprio, ma solo insieme” (Papa Francesco). 

18.03.20 Si costituisce il “Gruppo di supervisione COVID19” a cura di 5 ospiti della comunità i cui nominativi sono stati estratti casualmente da un’urna (ciotola di plastica). 

La finalità di questo gruppo è di misurare “la temperatura emotiva” presente “dentro” il gruppo ospiti, aggiungendo il loro punto di vista a quello degli educatori, del terapeuta che puntualmente attua colloqui psicologici individuali, e dello psichiatra. Tra le sue funzioni c’è quella  di ricordare, ai compagni con maggiore difficoltà, le regole comunitarie in tempo di covid secondo le indicazioni del protocollo ministeriale a cui tutti si attengono scrupolosamente.   

Non è  semplice per gli ospiti accettare di dover riconvertire improvvisamente le loro abitudini in un tempo e spazio che cambiano , ma stanno dimostrando di  avere un grande  senso civico nel “restare a casa”. Sono un esempio di maturità nell’affrontare questo momento di emergenza e nell’incoraggiarsi vicendevolmente. 

Al tempo stesso il gruppo di supervisione è operativo nella definizione di attività riabilitative da proseguire, implementare e creare con il coordinatore di struttura durante incontri dedicati. 

Quanto formulato dallo stesso, con scansione delle attività riabilitative tra mattina e pomeriggio, è stato condiviso ed approvato da operatori ed ospiti nell’assemblea del 25.03.2020.  

In particolare, l’attenzione è stata rivolta alle attività pomeridiane programmate in base ai desideri e agli interessi, allo “stare in comunità”, al bisogno di farsi belle per le donne (nonostante non si possa uscire) e, di socializzazione seppur a distanza: laboratorio artistico, lab. Fotografico, lab. di cucina (organizzazione di sagre dedicate), lab. di informatica, ginnastica dolce, lab. di lettura creativa, tornei di burraco, calcio balilla, scopa e scopone scientifico, cineforum, karaoke, lab. di balli di “gruppo”, lab. di beauty center, lab. di cucito, cruciverbone…e tanta tanta fantasia e capacità di creare contagi di vita. Si sperimenterà il giovedì mattina un percorso di ”Mindfulness ai tempi del Covid” e sarà a cura del terapeuta. 

Ci sarà spazio anche per i momenti di relax o quelli in cui si ha bisogno di concedersi “una coccola”. Lo spazio TI-SANA consente di ritrovare calore, conforto ed affetto e di sciogliere i pensieri della giornata, soprattutto nelle ore serali in cui per alcuni dei nostri ospiti più sensibili è importante curare la messa a letto ed infondere protezione.  

Per concludere si riporta quanto scritto dal Gruppo di Supervisione COVID: “In questo periodo ci siamo più uniti. C’è più responsabilità dopo le informazioni dovute al caso; in alcuni c’è un po' di nervosismo però la CRAP cioè gli operatori ed i responsabili ci supportano con costanza ed impegno in attività ricreative e di ascolto, per occupare al meglio il tempo in struttura. Noi pazienti ci stiamo unendo come gruppo sempre più unito, con il valore dell’amicizia, rispetto e fiducia l’uno nei confronti dell’altro. Per quanto riguarda le famiglie, sono molto presenti anche se le vediamo dal telefono. I responsabili le rassicurano, le ascoltano ed i rapporti si rafforzano e diventano costruttivi. Il gruppo di supervisione ringrazia tutti per la collaborazione. In fede, V.R., B.M., N.L., T.A., L.A.”.  

“Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento…offri sempre un sorriso gioioso. Dai a loro non solo le tue cure ma anche il tuo cuore”.(Madre Teresa)