leNOTIZIE

Citta' Solidale, trent'anni di impegno contro le discriminazioni

Citta' Solidale, trent'anni di impegno contro le discriminazioni
Città Solidale è una cooperativa sociale istituita formalmente nel 2000 ma affonda le proprie radici sin dagli anni ’80 a Latiano, in provincia di Brindisi, dove un gruppo di oltre 70 ragazzi decise di intraprendere quest'avventura con un obiettivo chiaro: sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti delle persone con disabilità psichica e fisica lottando contro ogni forma di discriminazione e aiutandole non solo con servizi di assistenza ma soprattutto con percorsi terapeutici e di riabilitazione finalizzati a un pieno inserimento sociale e lavorativo. Da allora sono state avviate molte iniziative e numerosi progetti sempre rivolti alla ricerca e all'innovazione, tanto da costituire un modello anche al di fuori dei confini nazionali in Paesi come l'Argentina e la Cina.

Categorie: dalle COOPERATIVE

Tags:

LA STORIA

Una delle sfide maggiori per chi decide di dedicarsi al sostegno delle persone affette da disabilità psichiche o fisiche è quella di valorizzarne le potenzialità accompagnandole in percorsi riabilitativi che permettano loro di godere di un inserimento il più paritario possibile nella società e nella comunità in cui vivono. Perché al di là delle difficoltà pratiche che ognuno di loro deve affrontare quotidianamente, l'ostacolo più arduo da abbattere è quello della discriminazione. Una battaglia che la cooperativa sociale “Città Solidale” si è posta come obiettivo primario sin dalla nascita e per tutto il corso della sua storia che prosegue, scandita da diversi momenti e da percorsi di crescita, sin dal 1981. In quell'anno infatti, 74 giovani provenienti da un percorso associativo comune legato alle persone con disabilità, decisero di fondare la prima cooperativa sociale, “Integrazione Sociale Lavoro”, prima ancora che la legge 381 del 1991 le riconoscesse giuridicamente la cooperazione sociale nella sua forma attuale, in un contesto di per sé già complicato come quello del Sud Italia, precisamente a Latiano, in provincia di Brindisi. Un'iniziativa basata su ideali inizialmente ancora astratti, ma animati dall'entusiasmo e dal forte desiderio di mettere la propria energia a servizio delle fasce più deboli della popolazione, per superare esperienze terribili come quelle dei manicomi o degli ospizi per avviare percorsi di riabilitazione e servizi di accoglienza fondati sul rapporto umano. Il primo passo fu dunque quello di proporre ai Comuni l'organizzazione di soggiorni vacanza per anziani e disabili che riscontrarono un ampio successo, e tra diverse difficoltà incontrate a causa dello scetticismo da parte delle istituzioni e delle associazioni locali, riuscirono a consolidarsi e a istituire nuovi servizi, tra cui il Centro socio-educativo per i disabili, il primo nucleo della Casa famiglia per anziani e poi, negli anni ’90, il servizio di ristoro collettivo, una piccola lavanderia e due strutture residenziali per persone con disabilità mentali. Con l'arrivo della legge 381 sulla cooperazione sociale, la cooperativa fu costretta a separare in due rami distinti le attività sociosanitarie e quelle per l'inclusione lavorativa nei servizi di mensa e di lavanderia. La cooperativa originaria prese quindi il nome di Maràna-Thà e si specializzò nello sviluppo di impianti produttivi per l'inserimento lavorativo. Il ramo dell'assistenza sociosanitaria fu invece affidato alla cooperativa Città Solidale, costituita formalmente nel 2000, che arricchì le esperienze maturate nel corso degli anni sviluppando ulteriormente i percorsi di riabilitazione psichiatrica e psicosociale. Un approccio innovativo, in un'ottica ancora poco considerata nel nostro Paese, che tende a valorizzare i trattamenti riabilitatitivi evidenziando i progressi e i miglioramenti riscontrati dai pazienti.

LA COOPERATIVA OGGI

Mantenendo sempre saldo il legame tra le due cooperative, Città Solidale oggi gestisce due comunità assistenziali psichiatriche, una comunità alloggio psichiatrica, due case per la vita per disabili mentali stabilizzati e privi di familiari a supporto e la residenza sociosanitaria per anziani, accogliendo complessivamente 36 persone disabili e 25 anziane che ricevono quotidianamente terapia e assistenza da un team di 70 operatori con diverse specializzazioni: psicologi, psichiatri, infermieri, terapisti, assistenti sociali, educatori professionali, maestri di varie discipline. La metodologia di lavoro applicata da Città Solidale tende principalmente al recupero e alla riabilitazione delle persone piuttosto che ai servizi di assistenza in senso stretto. L'obiettivo infatti è quello di instaurare una relazione affettiva e amichevole con le persone ponendo l'attenzione sul rispetto della dignità e dei diritti di ognuno. E uno dei motori da cui nacque originariamente la cooperativa fu proprio la volontà di avviare processi di «sensibilizzazione dell'opinione pubblica per i diritti delle persone con disabilità non in senso astratto, ma modificando strutturalmente i servizi di assistenza» ha spiegato il fondatore e presidente della cooperativa, Tommaso Mola. «La malattia mentale deforma la personalità, annulla le conoscenze, svuota la memoria, disperde la percezione di sé e l’autostima, distrugge i sentimenti, la voglia di vivere – scrive Mola nel libro “Uscire dal buio. Esperienze e percorsi di riabilitazione psichiatrica” –. Rimuovere le macerie dopo questo terremoto e poi ricostruire la città è un’opera difficile, bisogna ricomporre la psiche, riedificare la dignità della persona, attenuare il pregiudizio, re-includere nella famiglia, nella comunità, nel lavoro. Per questo la psichiatria è ancora in crisi, nonostante la rivoluzione basagliana, la chiusura dei manicomi, l’apertura al territorio e alle professioni umanistiche, le scoperte e i prodigi realizzati dalle scienze mediche»«In questo contesto non proprio esaltante – scrive ancora Tommaso Mola –, c’è però chi si oppone, propone e si sforza di cambiare il corso delle cose. Lo fa con le denunce appassionate contro ogni forma di violenza istituzionale e privata. Ovvero, realizzando e valorizzando le buone pratiche: Dsm operativi sulle 24 ore, assistenza domiciliare, inserimenti lavorativi all’interno di cooperative sociali di tipo b, pratiche riabilitative innovative. Sembrerà singolare, ma alcune di queste esperienze innovative e puntiformi sono presenti nelle regioni meridionali, cioè là dove più scarse sono le risorse e i servizi, ma ancora vivono le radici della civiltà solidale contadina. La Puglia ne è un esempio»

All'interno delle strutture gestite da Città Solidale ad esempio, vengono svolti numerosi laboratori riabilitativi per l'autosufficienza nella cura della persona e nelle attività quotidiane, ma anche attività che variano dalla danza al teatro, dall'estetica alle attività sportive, dalla musica alle attività artistiche o tecnico-professionali. Tutti percorsi indirizzati al recupero e al miglioramento della qualità della vita delle persone accolte nelle comunità, avviando sperimentazioni che permettono di registrare i progressi raggiunti e di conseguenza migliorare i servizi. Gli stessi operatori sono chiamati a realizzare rapporti periodici per la valutazione delle attività e la loro incidenza sui pazienti, e per incentivare la piena collaborazione del personale nella stesura di contributi che possano essere utili e propositivi, anziché fermarsi a una sterile descrizione delle attività, è stato addirittura istituito un premio mensile per la migliore relazione. Dettagli, forse, rispetto all'insieme tanto vasto delle iniziative e delle attività svolte dalla cooperativa, ma che danno un'idea concreta dell'amore e della dedizione con cui Città Solidale vi si dedica. Tanto da essere stata inserita nell'Albo nazionale degli enti di ricerca. Molte le collaborazioni, con il Dipartimento di Neuroscienze e Organi di senso della facoltà di Psichiatria dell'Università di Bari, con l'Università di Edimburgo e con l'Istituto Lieber della Johns Hopkins di Baltimora.

I PROGETTI

Sono numerose le iniziative realizzate da Città Solidale, tutte con l'obiettivo principale di assicurare l'inserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità fisiche e psichiche. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di garantire loro il rispetto dei diritti fondamentali cercando di combattere la discriminazione e l'emarginazione, ogni anno organizza nel mese di maggio le “Olimpiadi In”, giunte alla XV edizione, il più grande raduno di cittadini disabili provenienti non solo da tutte le regioni italiane ma anche dall'estero. E con l'estero la cooperativa ha avviato e consolidato rapporti di scambio ad esempio con l'Argentina, attraverso percorsi di studio e di stage nelle proprie strutture, mettendo a disposizione il proprio patrimonio di esperienze per aiutare a creare nella società argentina un sistema di assistenza e riabilitazione efficace in seguito alla recente chiusura dei manicomi. Un percorso simile, seppur in una fase iniziale, si sta realizzando anche con la Cina, dove risulta necessario superare l'ostacolo del numero troppo elevato di persone affette da disabilità, per la quale sono allo studio progetti collettivi di interventi da realizzare in gruppo. Infine, ci sono i progetti del Centro sociale informatico, che con attrezzature sofisticate permette alle persone non vedenti, ipo-vedenti o con disabilità psichiche e fisiche, di utilizzare il computer e accedere alla navigazione online anche ai fini dell'inserimento lavorativo con il portale www.lavorodisabili.org che raccoglie da una parte i profili di chi è in cerca di occupazione e dall'altra le aziende che offrono lavoro o che devono farlo per rispondere agli obblighi di legge. Servizi totalmente gratuiti, per i quali il Centro è stato inserito nel Nodo della Rete per l’animazione del Piano del Lavoro, costituita dalla Regione Puglia per la gestione del Piano del lavoro e per il rilancio dell’occupazione, ed è stato ufficialmente riconosciuto dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) Nodo locale della Rete pugliese antidiscriminazione.
Tag: