Incontro proficuo di Confcooperative in Regione Piemonte, lo scorso 14 novembre, con il nuovo Direttore Generale dell'Assessorato alla Sanità Danilo Bono.
Tema principale, la proposta intersettoriale del mondo cooperativo per rafforzare, insieme alla Regione, la sanità territoriale. Alla riunione, promossa da Mario Sacco Presidente di Confcooperative Sanità Piemonte, hanno partecipato il Presidente e Vice Presidente di Federsolidarietà Piemonte Enrico Pesce e Maurizio Serpentino, il Consigliere di Confcooperative Piemonte Sanità Massimo Barbero e il segretario delle due federazioni Luca Facta.
"Abbiamo illustrato al Direttore Bono - sottolinea il Presidente Sacco - le attività delle nostre cooperative sanitarie e sociali, da quelle di medici, farmacisti ed infermieri, a quelle che gestiscono strutture sociosanitarie, ambulatori e poliambulatori, servizi di telemedicina e formazione. Si è colta l'occasione di evidenziare il grande peso della cooperazione nella gestione dei servizi sociosanitari accreditati nella rete regionale: 440 presidi accreditati con 12.305 posti letto, il 25% del totale, dedicati ad anziani non autosufficienti, disabili, ma anche alla riabilitazione e a coloro che hanno bisogno di risposte di lungodegenza. Si è ribadita - continua Sacco - l'importanza di rafforzare sempre più la collaborazione pubblico/privato sociale, con particolare attenzione all'implementazione di progetti per le AFT delle cooperative di medici e di poliambulatori annessi alle RSA ed alle strutture sociosanitarie già accreditate, diffuse su tutto il territorio regionale, a partire dalle aree interne e marginali. Siamo molto fiduciosi per il futuro" - conclude Sacco. Il Direttore Bono ha infatti dato disponibilità a confrontarsi e a collaborare con Confcooperative, dichiarando che nell'agenda dei prossimi incontri i temi principali saranno la gestione della cronicità, della non-autosufficienza e della disabilità. Ha inoltre ribadito la necessità di sviluppare ulteriormente l'integrazione dell'offerta dei servizi sanitari sul territorio, auspicando inoltre la convergenza di risorse comuni per una presa incarico delle persone sia dal punto sanitario che sociale.