I Consigli Regionali di Federsolidarietà e FederazioneSanità Lombardia hanno incontrato lo scorso 29 ottobre il direttore generale della DG Famiglia, Solidarietà Sociale e Volontariato della Regione Lombardia Giovanni Daverio per un confronto sul Libro Bianco sullo sviluppo del sistema sociosanitario in Lombardia e sulle prospettive che attendono le cooperative nel quadro della riforma.
Il Presidente di FederazioneSanità Lombardia Luterotti ha evidenziato le potenzialità che il modello organizzativo cooperativo nel settore può offrire in termini di miglioramento della qualità dei servizi a fronte di una riduzione della spesa, chiedendo una maggiore concentrazione dei controlli sugli esiti anziché sui requisiti iniziali. Luterotti ha infine evidenziato il ruolo della cooperazione come soggetto privato con finalità pubblica.
Il Presidente di Federsolidarietà Lombardia Minelli e il Consigliere Gollini hanno presentato quali possibili spazi concreti potrebbe avere la cooperazione sociale per contribuire al potenziamento della rete territoriale nel quadro della riforma sociosanitaria. Minelli in particolare ha avanzato la proposta che la cooperazione sia messa alla prova nella sperimentazione dei contenuti del libro bianco, relativamente alla attivazione del polo territoriale, in alcuni territori che potrebbero testare la riforma stessa.
Daverio ha riaffermato l’importanza del sistema cooperativo tra mercato e socialità e rappresentativo sia dell’utenza che degli erogatori di servizi.
Daverio si è soffermato sulla necessità, prevista dal libro bianco, che il territorio torni ad acquisire un ruolo centrale nel contesto sanitario, soprattutto sul tema della cronicità, troppo spesso oggi trattato con gli strumenti tipici della cura dell’acuzie con la conseguenza di generare costi impropri. Secondo il direttore generale Daverio è necessario che il territorio costruisca uno strumento paradigmatico che abbia la capacità e le caratteristiche della prossimità, della presa in carico multidimensionale del bisogno e della continuità di cura.
Daverio si è inoltre soffermato sulla necessità di ripensare le RSA all’interno del sistema complessivo delle nuove aziende integrate per i servizi, per concentrare l’azione sulle fasce di popolazione anziana per le quali non è possibile intervenire con soluzioni domiciliari.