Il convegno dal titolo "Quale Comunità Terapeutica è necessaria oggi. Nella rete dei servizi di salute mentale. Per chi? Come? Quando? E per quanto tempo" ha voluto approfondire il dibattito sugli aspetti qualitativi e quantitativi dei servizi residenziali psichiatrici e sulle specificità delle Comunità.
La giornata di studio ha dunque voluto aprire una riflessione sia sulle complessità dei servizi di salute mentale di cui la residenzialità fa parte, sia sulle caratteristiche specifiche delle Comunità Terapeutiche, sottolineandone le peculiarità, ma anche esplicitando i rischi connessi a cattive pratiche residenziali. Inoltre è stata ribadita la necessità di connettere la qualità della cura residenziale all’ambito della ricerca scientifica in termini di processo e di esito dei percorsi terapeutici comunitari.
Dopo l'introduzione a cura di Kinsley Norton del Henderson Hospital, è intervenuta Stefania Borghetti, per una riflessione sui fattori che rendono i servizi residenziali realmente “terapeutici” e sui fattori di rischio e sugli indicatori di deriva neo-istituzionale all’interno del panorama della residenzialità italiana. Durante la seconda parte della mattinata sono stati poi presentati due progetti biennali di ricerca, dedicati rispettivamente alle Comunità per adolescenti e alla residenzialità degli adulti. Il pomeriggio è stato invece animato da un confronto tra operatori di comunità, responsabili dei servizi pubblici e rappresentanti di associazioni di familiari e utenti, in cui è stata ribadita la necessità di una sinergia e di una continua collaborazione tra tutti gli attori del processo di cura.