Il Presidente Giuseppe Milanese ascoltato nell'ambito del tavolo tecnico del Ministero della Salute per lo studio delle criticità nell'attuazione del Regolamento dell’assistenza territoriale.
“E’ stata l’occasione per ribadire alcune delle criticità generali che, a nostro avviso, pesano sull’impianto del Decreto: una visione ancillare del privato che non consente una piena valorizzazione del principio di sussidiarietà orizzontale; una definizione opaca della funzione pubblica che dovrebbe specializzarsi nelle governance piuttosto che produrre servizi; una sottovalutazione della carenza strutturale di personale medico, sanitario e sociosanitario, che graverà sull’operatività a regime delle nuove strutture.
"Abbiamo inoltre evidenziato alcuni aspetti più puntuali: l’esigenza che la medicina d’iniziativa dei MMG sia sostenuta attraverso adeguati strumenti organizzativo gestionali; l’evidenza che per garantire un’assistenza capillare nei territori non bastono le case di Comunità, ma occorrono reti integrate tra medicina generale, operatori sanitari e sociali e farmacia dei servizi con funzione di spoke; la necessità di creare un continuum assistenziale ospedale-territorio-domicilio-senza sovrapposizioni. In tutto questi casi la cooperazione sanitaria rappresenta un tessuto imprenditoriale in grado di mettere a disposizione modelli ed expertise a favore del SSN."
“A proposito di casa come primo luogo di cura abbiamo espresso la necessità di procedere speditamente con l’attuazione degli indirizzi nazionali in materia di autorizzazione/accreditamento delle cure domiciliari, prevedendo requisiti di pianta organica e PDTA domiciliari per la presa in carico delle principali patologie croniche in una logica continuativa ben oltre le attuali 18 ore anno. Per questo, infine, abbiamo ribadito l’utilità di una figura come l’OSS-FC per garantire un contingente di personale essenziale per sviluppare una capacità di risposta capillare sul piano sociosanitario, soprattutto sul versante domiciliare, altrimenti correremo il rischio di non spendere le uniche risorse del PNRR destinate a finanziare direttamente servizi a favore dell’utenza."