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Assemblea OSA Beatrice Ion madrina

Assemblea OSA Beatrice Ion madrina

La giovane stella della Nazionale italiana di basket paralimpico, vittima di un’aggressione a sfondo razzista insieme a suo padre, invitata all’appuntamento assembleare del 30 settembre. Milanese: simbolo dell’Italia migliore

Categorie: dalle COOPERATIVE

Tags: osa ,   Beatrice Ion

Beatrice Ion, la giovane stella di origini rumene della Nazionale italiana di basket paralimpico vittima di un’aggressione a sfondo razzista insieme a suo padre ad Ardea, vicino Roma, sarà la madrina della prossima Assemblea Generale dei Soci OSA che si svolgerà il prossimo 30 settembre. Ad annunciarlo è il presidente di OSA e di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese, nel corso di un’intervista a Radio Vaticana. “Come piccola iniziativa, abbiamo chiesto a Beatrice di partecipare alla nostra Assemblea e di diventarne la madrina. L’abbiamo invitata per ricordare a tutti noi che l’integrazione rende il mondo più bello”. “Guardiamo a Beatrice come alla splendida figlia di un Paese che intende resistere alle brutture, che vuole accogliere e integrare, che sceglie di valorizzare la bellezza, da qualunque zona del mondo provenga”, ha aggiunto.   
Un’aggressione becera quella subita dalla ragazza e da suo padre che non può lasciare indifferenti. “Non può lasciare indifferente l’Italia migliore, quella che ogni giorno consuma in silenzio gesti e opere di solidarietà e sussidiarietà. La Cooperativa che rappresento – e che quest’anno compie il 35esimo anno dalla fondazione – ha programmato per il prossimo 30 settembre a Roma l’Assemblea Generale sul tema del ‘coraggio dell’impresa umana’. Abbiamo scelto per significarlo una celebre frase di Luis Sepulveda: ‘Vola solo chi osa farlo’. Nella nostra visione del mondo, Beatrice è una campionessa nella vita, prima che nello sport, che vola da quando, bambina, è diventata italiana e si è fatta strada fino a raggiungere le vette del basket paralimpico nazionale”.
OSA vuole raccogliere l’esempio di Beatrice per dare un segnale di integrazione e civiltà e  “rilanciarlo”, ha sottolineato Milanese “anche per i Ragazzi di Panormus, giovanissimi cestisti paralimpici palermitani che OSA sponsorizza da qualche anno, anche per i nostri operatori sanitari che si sono fatti valere da nord a sud senza arretrare neppure nei frangenti più drammatici della pandemia”.    
Nel corso dell’intervista a Radio Vaticana Milanese ha parlato anche degli aspetti più prettamente di sistema. Una visione che va verso il superamento della cultura dello scarto, della diffidenza verso l’altro, che anche la pandemia ha acuito. “Episodi come quelli legati al COVID e alle infezioni da importazione non sta aiutando quei fenomeni di tolleranza che sono propri di un Paese civile. La pandemia avrebbe dovuto rendere le persone più solidali, ma non sempre questo avviene”, ha detto. “Ci sarebbe bisogno di un processo culturale che valorizzi i fenomeni che oggi sono un po’ delegati a quella sfera che si chiama volontariato e che contiene invece milioni di persone che ogni giorno cercano anche di far diventare questo aspetto lavoro e impresa. Io ritengo che non si faccia mai abbastanza per gli anziani, per lo stato di cronicità e fragilità, per le persone con invalidità, per la salute mentale. Uno dei rischi che stiamo correndo oggi è la eccessiva sanitarizzazione del sistema dell’assistenza primaria. Fuori dall’ospedale c’è bisogno di un sistema sociosanitario, perché molte problematiche collegate a fragilità, cronicità, invalidità hanno bisogno di un approccio sociale che preveda anche l’utilizzo e l’ausilio psicologico”.