Il ragusano Alessandro Tumino, 54 anni, medico di medicina generale, promotore della cooperativa Horus (medici associati), è il nuovo presidente di Federazione Sanità Sicilia. E’ stato eletto dall’Assemblea svoltasi a Palermo, presso la sede di Confcooperative Sicilia, presenti tra gli altri Giuseppe Milanese, presidente nazionale di FederazioneSanità; Silvia Frezza, direttore di FederazioneSanità; il presidente uscente di Federazione Sanità Sicilia Alberico Fasano; il presidente di Confcooperative Palermo Pino Ortolano.
L’Assemblea ha pure eletto il nuovo Consiglio regionale, i quattro delegati all’assemblea nazionale (in programma a Roma il 10 giugno) e provveduto ad approvare alcune modifiche statutarie. Nel ringraziare l’Assemblea per la fiducia dimostrata, Tumino ha dichiarato di voler lavorare, in sinergia con il neoeletto Consiglio, per offrire il contributo della Federazione alla riorganizzazione dell’assistenza primaria e per il rinnovamento della normativa regionale di settore. Anche con una presenza più costante e incisiva nei vari “tavoli” pubblico-privato che sono - ha detto - importanti occasioni di confronto e di proposta, nel momento in cui la sanità pubblica stretta tra Spending review, politiche di contenimenti degli sprechi e patti di stabilità é costretta a ritirarsi da alcuni dei campi prima occupati.
“Il governo regionale - ha detto Tumino - ha annunciato nuovi tagli alla sanità, un settore che in Sicilia ha già pagato un prezzo altissimo al risanamento finanziario della Regione e che ha bisogno semmai di individuare risorse per migliorare i servizi e ridurre i ticket”.
Migliorare i servizi. Diventa fondamentale, allora, il ruolo del privato sociale, delle cooperative, dei loro consorzi. Ad esempio con la costituzione dei Cap (consorzi per l’assistenza primaria) che hanno l’obiettivo di offrire servizi a domicilio a costi ridotti per gli utenti e a vantaggio della sanità pubblica che in questo modo vedrà ridotte le lunghe liste di attesa. I Cap occupano i vuoti lasciati dal pubblico, in un momento in cui lo Stato non riesce a investire come e quanto dovuto nei servizi di assistenza domiciliare.
“Assistenza primaria” è la parola chiave - ha detto Milanese. Per il quale “è giunto il momento di guardare al territorio per creare un sistema di presa in carico che soddisfi non solo il bisogno del paziente, ma che accompagni il paziente nel suo percorso clinico''. Un nuovo modello, dunque, che guardi alla sostenibilità e alle esigenze degli assistiti in primis. Per Federazione Sanità lo strumento c’è e si chiama cooperazione. Quella cooperazione “che mette in campo storia, competenze, la passione di migliaia di lavoratori che ogni giorno entrano nelle case dei pazienti, insieme alle farmacie e ai medici di famiglia”.