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ASSISTENZA DOMICILIARE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

ASSISTENZA DOMICILIARE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Intervista al Professor Roberto Bernabei, membro del comitato scinetifico di Confcooperative Sanità, in merito all'emergenza Covid-19

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Tags: Roberto Bernabei ,   coronavirus ,   COVID-19 ,   Gemelli a Casa

Come valuta il sistema sanitario italiano messo così sotto pressione dal coronavirus? 

I professionisti degli ospedali italiani stanno dimostrando il loro valore scientifico, tecnico e, se permettete, anche umano, dando fondo a tutte le capacità e a tutte le energie che la situazione richiede. In alcuni reparti forse più che in altri si arriva anche ad atti di piccolo eroismo personale ma il modello ospedaliero non è l’unico o il migliore che abbiamo a disposizione. 

In che senso? 

Ora sappiamo che il coronavirus può avere effetti fatali per la popolazione fragile, ultra75enne e già affetta da più patologie. Per questa tipologia di pazienti i modelli tradizionali basati sui posti letto (grandi ospedali, reparti affollati, residenze per non autosufficienti) si possono dimostrare ulteriormente in difficoltà, sia in termini di prevenzione che di cura. E conosciamo le indicazioni del nostro Governo e dei tecnici per la riduzione del contagio. 

Quale dovrebbe essere il luogo privilegiato per la cura? 

Escludendo i ricoveri per acuti, in emergenza e/o in terapia intensiva, il luogo privilegiato per la prevenzione o per la presa in carico del paziente è la propria casa, non ci sono dubbi. 

Ma non c’è il rischio che un infermiere domiciliare possa rappresentare un veicolo di trasmissione? 

Potenzialmente ogni persona può rappresentare un veicolo di trasmissione; ma un professionista sanitario sano che utilizzi tutti i mezzi e le procedure di protezione che ormai conosciamo (camici e guanti sterili, mascherine, pulizia delle mani ecc.), riduce drasticamente o del tutto i potenziali contatti. Ma è soprattutto il modello di riferimento domiciliare che massimizza i risultati: i nostri professionisti lavorano secondo un modello end to end: utilizzando piattaforme digitali da un normale telefono o tablet portato al domicilio, tengono sotto controllo la storia clinica, le patologie, i farmaci utilizzati, le prescrizioni dei medici di tutti i pazienti in qualsiasi momento del giorno. Tutti gli interventi sono pianificati in centrale operativa e gli infermieri o i fisioterapisti non hanno alcuna necessità (perlomeno per brevi periodi di 15-30 giorni) di ritornare in ospedale o di ritornare in struttura sanitaria per avere ogni e qualsiasi informazione strategica per la presa in carico o la cura; hanno già tutto a disposizione, compreso il tele consulto medico o la possibilità di controllare i risultati di laboratorio. Sono in grado di intervenire nel posto giusto con la modalità giusta e a costi bassi. 

L’assistenza domiciliare costa poco? 

Molti Paesi al mondo hanno già dimostrato che l’assistenza domiciliare ha il miglior rapporto qualità/ efficacia/ prezzo, non vi sono dubbi. Ed anche nei momenti di crisi ciò va comunque considerato. L’assistenza domiciliare è senz’altro il modello sanitario che minimizza rischi e che minimizza i costi.